L’angoscia delle mamme per la Fase 2
Articolo scritto per PSB Privacy e Sicurezza.
Link: articolo | Data: 22 Aprile 2020
L’angoscia delle mamme per la Fase 2: chi protegge i sentimenti dei bambini?
La disperazione delle mamme alle porte della Fase 2
La preoccupazione delle mamme pare non trovare ancora risposte, siamo alle porte della fase 2 e ancora manca un progetto chiaro sull’infanzia.
I social e i blog si riempiono di messaggi di mamme preoccupate per l’equilibrio emotivo dei lori figli travolti anch’essi dal fenomeno coronavirus. Chiedono consigli, si confrontano tra di loro e soprattutto denunciano la totale disattenzione del governoalla salute psicofisica dei bambini.
Le reazioni ovviamente si differenziano per età del bambino e temperamento, ma sicuramente, chi più chi meno, tutti avvertono una situazione di pericolo che aleggia nell’aria e che costringe a rimanere in casa per proteggersi.
I punti fermi della loro vita, le abitudini, i ritmi della scuola e del gioco sono stati sconvolti, così come i legami familiari e di amicizia si sono ridotti a immagini bidimenzionali sullo schermo di un cellulare.
Il virus e la paura dei bambini
Dall’inizio della quarantena molti sono i genitori che mi hanno raccontato dei tanti piccoli cambiamenti che stanno osservando nei loro figli, i giochi dei bambini fino ai 7-8 anni hanno come tema ricorrente la battaglia a un nemico, la fuga, il nascondersi, il dottore, la costruzione di capanne e tane.
Così come sono visibili delle piccole regressioni evolutive, l’irrequietezza e l’agitazione. Tutti segnali attraverso i quali, in mancanza di un linguaggio razionale, i bambini esprimono la paura.
Il mondo dei bambini è un mondo variegato, lo sa bene chi ha figli di età diverse, si, perché ad ogni età corrisponde un bisogno di crescita, abilità acquisite, desideri di autonomia e sviluppo di capacità comunicative e relazionali. Tutto questo è stato messo necessariamente in stand-by dalla quarantena, improvvisamente stop alla scuola, stop allo sport, alla socializzazione, alle passeggiate, ai giochi con gli altri bambini.
I bambini si sono trovati, esattamente come i grandi, catapultati in una realtàstravolta in cui è stato necessario adeguarsi senza se e senza ma. Ovviamente con conseguenze sul piano emotivo e psicologico; per questo ora si guarda con speranza e desiderio alla fine delle restrizioni per ridare fiato ai bisogni sopiti, eppure anche questa fase è motivo di forte ansia per molti genitori.
Il conflitto è evidente, “voglio riportare mio figlio a vivere in una condizione di normalità, ma senza mettere a rischio la sua salute. Come fare?”
Fin ora due sono stati i provvedimenti presi dal governo in ambito infantile: il perpetuarsi del blocco delle scuole e lo stanziamento del bonus babysitter. Sicuramente entrambe due azioni efficaci, ma da sole insufficienti.
Tanti cambiamenti, poche certezze!
In assenza della scuola chi si occuperà dei bambini? E quali altri cambiamenti prevede la fase 2 per loro? Potranno incominciare ad uscire e in che modo?
Certo il nostro modo di vivere non sarà più quello di prima, molto probabilmente mascherine e guanti diventeranno gli accessori delle collezioni estate 2020/2021 sia per gli adulti che per i bambini. Ma l’impatto emotivo per i piccoli sarà nettamente superiore poiché la differenza sta negli strumenti che si hanno a disposizione per elaborare e gestire il cambiamento.
Pensare di far uscire un bambino di 3-4 anni di casa con indosso la mascherina e i guanti per proteggersi da un virus non equivale a chiedergli di infilare le galosce per proteggersi dalla pioggia. Mi risulta difficile immaginare di far uscire un bambino di casa dopo 60 giorni di isolamento e chiedergli di comportarsi come un cane al guinzaglio.
Le mamme sanno bene che non si può negare a un bambino piccolo di sedersi a fare merenda con i suoi amichetti, di abbracciare, toccare, correre, saltare e perfino cadere. Perché? Perché sono questi i comportamenti che la natura induce da centinaia di migliaia di anni in ogni essere umano per esplorare e crescere.
I bambini sono come spugne
L’invito è che lo Stato non faccia l’errore che molti fanno difronte a un bambino piccolo, cioè di sottovalutare la sua capacità di comprensione ed elaborazione delle informazioni. I bambini assorbono tutto quello che li circonda, umori, tensioni, parole, comportamenti e in base alla loro capacità di intendere e di immaginarecostruiscono da soli “teorie”.
Quali saranno le conseguenze del Covid-19 sulle emozioni, i desideri e i comportamenti dei bambini probabilmente lo sapremo con certezza solo tra qualche mese, ma nel frattempo non si può sottovalutarne l’importanza.
Vi è sicuramente bisogno che qualcuno si ponga il problema di come organizzare spazi aperti a prova di bambino, di favorire l’esistenza di organizzazioni educative e ludiche in alternativa e sostituzione alle case e ai genitori.
C’è bisogno che qualcuno pensi a come alleggerire la pressione emotiva nei bambini, perché così come il paeseha bisogno di ri-partire, i bambini hanno bisogno di ri-vivere.